Scritto da: Andrea Mascheroni 30-06-2017

Fare una start up: il significato di fare impresa a 26 anni

La celebrità delle start up in Italia è in continuo aumento. C’è chi ci prova seriamente, chi crede siano una moda per disoccupati e chi si chiede ancora “startacosa?”. Oggi rispondiamo ad una domanda che ci fate in tanti: qual è il significato di fare una start up? Scopriamolo.

Il significato dello spirito start up

Una grande differenza tra lavorare in una start up o per una grande azienda sono gli orari di lavoro. Il canonico 9.00-17.00 non esiste e si sta a stretto contatto per tutta la settimana. Fare una start up ha un significato ben preciso: uno sforzo iniziale immenso per raggiungere grandi obiettivi.

Proprio per questo motivo i veri startupper vivono insieme e condividono per qualche anno la loro vita. In questo modo si creano legami forti, un grande spirito di condivisione e nascono nuove amicizie. Nelle start up il significato è proprio questo: fare Impresa condividendo un’avventura insieme.

Il significato di fare start up è vivere momenti di gioia, tensione e a volte delusione. Solo con un Team unito ed in sintonia si possono superare i momenti difficili ed avere successo.

Che giorno è oggi?

Quando abbiamo iniziato a lavorare su Friendz le giornate erano corte, umide e fredde. Poi pian piano le abbiamo viste allungarsi, il sole si è fatto sempre meno pallido e i nostri amici continuavano a pubblicare foto al mare.

Oggi, a Milano, le persone indossano nuovamente i piumini e la nebbia è tornata perenne. Sono passati sette mesi ed è trascorsa un’intera estate. Estate calda e soleggiata, ci hanno riferito. Chiusi in casa, seduti davanti al PC, ce la siamo persa completamente.

Eppure non abbiamo rimpianti, siamo felici di quello che facciamo: ognuno di noi sa bene che fare il significato di fare start up è sacrificio e alienazione. Preparati ad almeno due anni di fuoco e fiamme per raggiungere il successo!

Lo startupper corre contro il tempo

Ecco una scena tipica da startupper: “Raga ho scoperto una cosa fighissima!” Sentendo questa frase, qualsiasi ventiseienne si immagina una nuova festa in città, con drink e belle ragazze pronte a scatenarsi.

Invece no. Il dialogo prosegue così: “Partecipiamo a questo bando? Ci sono in palio molti soldi e sembra proprio una figata!”. E la tipica risposta è: “Certo! Quando scade e che cosa serve per partecipare?”. “Scade oggi. Serve un video, delle slide nuove e ci sono vari moduli da compilare. Ce la facciamo?”.

“CE LA FACCIAMO?” Queste tre parole sono molto più di quello che sembrano, molto più di una domanda retorica. Sono un grido di guerra, una sfida, il risveglio dello spirito guerriero che ogni startupper ha dentro di sé.

Ce la si fa sempre, CE LA SI DEVE FARE! A qualsiasi costo — ovviamente il sonno è il primo ad essere sacrificato. Uno startupper può fare tutto, niente è impossibile!

Start up in pillole

  • Lo startupper esulta solo quando fa la exit, tutto il resto è noia.
  • Il telefono del CFO non sta mai zitto.
  • Lo startupper non ha tempo per mangiare.
  • Lo startupper si dimentica di vivere, di mangiare e di lavarsi.
  • Il tipico festeggiamento dello startupper nerd:
    CEO “Ragazzi, abbiamo chiuso un round da 1.000.000 di euro!”.
    Nerd “Evvai. Ora torno a programmare”.
  • Lo startupper crede di aver tempo di studiare.
  • Lo startupper pensa di poter far tutto e di essere un supereroe.

Lo startupper è un individuo mitologico, dotato di spirito imprenditoriale e di voglia di innovare. Nessuno sa se riuscirà a realizzare i suoi sogni, ma si deve fare il tifo per lui solo per l’impegno che ci mette ogni giorno per provare a cambiare il mondo.